4 tipi di ETF che devi conoscere se vuoi investire correttamente

4 tipi di ETF che devi conoscere se vuoi investire correttamente

4 tipi di ETF che devi conoscere se vuoi investire correttamente

Chi investe in ETF sa bene che c’è un’ampia scelta visto che quelli negoziabili, e quindi quotati, sono oltre 5.000. Questo imbarazzo della scelta, pur tuttavia, può generare confusione, e quindi è bene sapere, innanzitutto, che l’ETF non è altro che, per farla semplice, un Fondo, ovverosia uno strumento finanziario che è una sorta di raccoglitore.

Tipi di ETF, dagli azionari a quelli a leva

Gli ETF possono essere suddivisi in quattro grandi famiglie, quelli azionari, quelli obbligazionari, quelli sulle materie prime e quelli a leva e inversi.

Nel dettaglio, gli ETF azionari possono essere a loro volta identificati in tre categorie come segue:

  1. Gli ETF azionari che replicano indici di mercato come S&P 500, Dax30, FTSE MIB, Nikkei225 e Cac40. Si tratta in pratica di ETF che replicano le Blue Chips azionarie, ovverosia i titoli più capitalizzati delle Borse di tutto il mondo. Gli ETF di questo tipo sono ideali per l’investitore alle prime armi in quanto sono molto semplici da capire.
  2. Gli ETF azionari che replicano un indice di settore. Si tratta, nello specifico, di ETF che replicano un specifico comparto, per esempio il settore bancario statunitense, il settore energetico europeo oppure il settore minerario a livello globale. Ci sono inoltre ETF settoriali che replicano settori ancor più specifici come quello dei videogiochi, della cannabis o della moda. Con questi ETF l’investitore si espone su uno o più settori dell’economia tralasciando magari gli altri perché ritiene che abbiano un minor potenziale di rivalutazione nel breve, nel medio o nel lungo termine. In questo caso, pur tuttavia, gli ETF azionari che replicano un indice di settore non sono indicati per gli investitori principianti, ma per chi ha già una conoscenza adeguata dei mercati finanziari e delle loro dinamiche.
  3. Gli ETF REIT che non solo altro che dei Fondi di Fondi immobiliari, e quindi ideali per chi vuole investire nel comparto senza dover puntare sul singolo Real Estate Investment Trust.

Gli ETF obbligazionari, invece, vanno scelti ponendosi almeno le seguenti due domande:

  1. Chi emette le obbligazioni? Governi o società? In genere, a meno che si tratti di un Paese emergente, le obbligazioni emesse dai Governi sono più sicure rispetto a quelle delle società.
  2. Qual è il rating delle obbligazioni? Più alto è il rating, più sicure sono le obbligazioni ma sono anche più bassi i rendimenti riconosciuti.

In generale, inoltre, è bene, per chi punta sugli ETF obbligazionari, investire su prodotti liquidi, ovverosia con un elevato volume degli scambi giornaliero.

L’ETF standard, che replica l’andamento delle materie prime in realtà va sotto la sigla di ETC, e risulta essere composto da un paniere di contratti futures. Per esempio c’è l’ETC sull’oro, ma in realtà sulle materie prime ci sono pure veri e propri ETF composti da panieri di società che operano proprio nel settore delle materie prime. Quindi, con l’ETC si investe direttamente sulle materie prime, mentre con l’ETF, per esempio, si può investire su un paniere di società specializzate nell’estrazione dell’oro, del rame e/o dell’argento.

Gli ETF a leva e inversi (short) sono invece quelli più rischiosi in quanto hanno come sottostante i prodotti finanziari derivati. Per esempio con un ETF short sull’S&P 500 si guadagna quando l’indice azionario americano scende. Mentre l’ETF a leva aggiunge un effetto moltiplicatore che amplifica guadagni e perdite. Per esempio, un ETF a leva 2x sul FTSE MIB permette di esporsi sull’indice azionario italiano delle Blue Chips con un rischio doppio rispetto al listino. Esistono inoltre ETF combinati a leva ed inversi, come ad esempio un ETF 2x short che permette di guadagnare il doppio dai ribassi ma anche di moltiplicare per due le potenziali perdite.

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