Chi è l’uomo più ricco di Francia? Si tratta di una curiosità di non poco conto, considerato come il capitalismo transalpino rappresenti una realtà abbastanza variegata.
Non tanto, però, da lasciare dubbi sulla persona cui spetti questo primato: si tratta infatti di Bernard Arnault, patron di Lvmh, noto anche per essere stato il primo, nel suo Paese, a oltrepassare la clamorosa soglia dei 100 miliardi di dollari di patrimonio.
Una mole di soldi che gli consente si piazzarsi al terzo posto nella classifica degli uomini più ricchi al mondo stilata di anno in anno dalla rivista Forbes.
Andiamo quindi a vedere più da vicino chi sia Bernard Arnault e quali siano state le mosse che gli hanno permesso di diventare il modello di riferimento del capitalismo transalpino.
Cenni biografici
Bernard Arnault è nato a Roubaix, nel 1949. Figlio di un industriale, nel 1971, una volta terminati gli studi, è entrato a far parte dell’azienda paterna.
Dopo averne assunto la guida nel 1978 ha quindi iniziato la sua scalata acquisendo il gruppo Boussac, detentore tra gli altri del celebre marchio Christian Dior. Forte dei livelli occupazionali da garantire, ha quindi bussato alle porte del governo guidato da Fabius ottenendo due miliardi di franchi onde garantire di non ritoccarli.
A questa prima acquisizione ha poi tenuto dietro, nel 1990, quella di Louis Vuitton Moët Hennessy, il marchio che da quel momento è stato identificato con lui, proponendosi come il maggior polo globale del lusso.
Un polo che può vantare al suo interno la presenza non solo di Christian Dior, ma anche di Louis Vuitton, Moët & Chandon (lo champagne più venduto al mondo), Veuve, Hennessy, Château d’Yquem, le griffe Céline, Kenzo e Fendi, Bulgari, Cova e gli hotel di lusso Belmond.
Cui di recente si è aggiunto un nuovo colpaccio, quello rappresentato da Tiffany, la celebre gioielleria statunitense che rappresenta un vero e proprio pezzo di storia del costume, tanto da aver ispirato la celebre pellicola “Colazione da Tiffany”, diretta da Blake Edwards nel 1961, con la magnifica Audrey Hepburn nella parte di una ragazza fanatica dei pezzi esposti al suo interno.
Da cosa dipende la fortuna di Arnault?
Subito dopo l’acquisizione di Tiffany, Bernard Arnault è stato per alcune ore il secondo uomo più ricco del globo. Un ruolo che nelle ore successive è stato ripreso da Bill Gates, ma che comunque ha riportato alle luci della ribalta un protagonista dell’economia di cui si parla molto meno rispetto ai diretti antagonisti.
Da cosa dipendono le sue fortune? In particolare dalla formazione di una borghesia, quella dei Paesi in via di sviluppo, che vuole partecipare ai fasti tipici di quei ceti sociali che hanno molto denaro da spendere. E che non lesinano sforzi in tal senso. Dirigendo le proprie mire proprio verso i simboli del lusso, molti dei quali detenuti proprio da Arnault.
Per riassumere al meglio la situazione di privilegio in cui si muove, è stato proprio lui ad affermare di ammirare chi ha fatto soldi coi telefonini. Tra un paio di decenni, però, non è detto che le persone useranno ancora i cellulari. Mentre è sicuro che continueranno a bere lo champagne Moët & Chandon.
Un lusso che, appunto, potranno ad esempio permettersi i tanti cinesi che stanno prosperando in un regime di stampo comunista. Un paradosso storico di cui Arnault si sta avvantaggiando in maniera straordinaria.
Arnault e il Milan
In Italia il nome di Arnault si è fatto sentire in particolare nel corso degli ultimi anni. Ma non per le acquisizioni di veri e propri pezzi storici del Made in Italy come Bulgari e Fendi, bensì per i rumors che lo davano interessato al Milan.
Un interesse poi smentito da lui stesso, ma che ha contribuito a rendere ancora più nota una figura che in patria, ad esempio, è additata da France Insoumise, il partito di sinistra guidato da Jean Luc Melenchon, come il simbolo negativo del capitalismo, proprio per il fatto di detenere da solo praticamente il 3% dell’intero Pil francese.