Tra le tante tipologie di certificati cui possono rivolgersi gli investitori con una buona propensione al rischio, ci sono anche quelli Outperformance. I quali devono il loro nome proprio alla caratteristica maggiormente apprezzata che possono mettere in evidenza, quella di premiare in maniera ancora più evidente il buon fine dell’investimento.
Quotati sul segmento Sedex della Borsa Italiana e cedibili prima della scadenza, i certificati Outperformance sono infatti in grado di migliorare il rendimento del sottostante grazie all’utilizzo della leva finanziaria, ovvero lo strumento messo a disposizione dagli operatori anche a vantaggio di coloro che non hanno grandi capitali da impiegare.
Proprio per invogliare questa particolare topologia di utenti, si utilizza questo moltiplicatore che, però, può avere anche una valenza negativa. Ove non si ponga un argine in basso, anche le perdite possono essere amplificate in maniera molto pericolosa. Argine che proprio i certificati in questione si incaricano di fornire all’investitore, sotto forma di mancata applicazione della leva alle perdite. In tal modo, anche se l’operazione dovesse essere negativa, ci sarà la possibilità di limitare il loro impatto.
Come funzionano i certificati Outperformance
Il certificato Outperformance, ove sottoscritto, può avere una serie di esiti diversi, alla sua scadenza. In particolare possono verificarsi i seguenti scenari:
- il certificato riesce a conseguire nell’arco temporale prefissato un rialzo rispetto al livello iniziale. Nel caso in cui sia stata attivata la leva finanziaria, tutto l’attivo viene ad essere moltiplicato per il suo livello, nel caso contrario sarà invece proporzionale alla crescita del sottostante;
- il certificato vede la quotazione del sottostante subire un ribasso. Nel caso sia stata attivata la leva finanziaria, la perdita sarà comunque proporzionale a quella dell’asset di riferimento. Se questo avrà lasciato sul terreno l’1,23%, anche il capitale investito tornerà all’investitore defalcato dello stesso livello, senza alcun effetto leva.
Quando si usano i certificati Outperformance
Alla luce di quanto detto sinora, si può comprendere il notevole successo riservato dai mercati a questo genere di certificati. Motivato dal fatto che sono in grado di incrementare notevolmente le performance del sottostante nel caso in cui queste siano positive, conformandosi alle attese.
Di contro, nell’eventualità in cui la performance del sottostante sia negativa, non offrono protezione per l’investimento, limitandosi a replicarla. Senza però che la leva finanziaria la trasformi in una vera e propria rotta.
Proprio questa caratteristica rende i certificati Outperformance ideali per prodotti che offrono elevate garanzie di un andamento al rialzo, come ad esempio avviene per le cosiddette blue chip.
Vantaggi e svantaggi dei certificati Outperformance
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questi certificati? Nel primo caso occorre sicuramente menzionare la possibilità di ritagliarsi maggiori guadagni grazie alla presenza della leva finanziaria, la quale entra in gioco solo in caso di attivi. Un vantaggio di non poco conto, considerato come in altri prodotti finanziari la presenza della leva rappresenti una vera e propria bomba ad orologeria, pronta a scoppiare nel caso di investimenti in perdita.
Altro vantaggio da tenere presente è poi quello relativo al fatto che è possibile investire anche piccole cifre, nell’ordine di poche centinaia di euro. Proprio grazie alla possibilità di utilizzare la leva sono in grado di consentire rilevanti guadagni.
Tra gli svantaggi non ne emergono di particolari. La perdita che si verifica in caso di operazione negativa, infatti, è la stessa che si verificherebbe con gli strumenti finanziari che non si avvalgono della leva finanziaria.