Gli Eurobond sono oggetto di una notevole polemica, all’interno dell’Unione Europea. Una discussione molto agitata e che, ancora una volta, fa capire come la casa comune continentale sia nulla di più di un condominio, in perenne polemica su tutto.
Lo si è visto ancora una volta, e con la massima chiarezza, nel corso della crisi innescata dalla pandemia di Covid-19. Alla richiesta di istituirli da parte di alcuni Paesi, in particolare l’Italia, i cosiddetti “frugali”, una denominazione che suona alla stregua di una beffa, hanno infatti opposto un netto rifiuto. Andiamo a vedere i motivi del dissenso.
Eurobond: cosa sono?
Per Eurobond si intendono titoli di debito pubblico non a carico dei singoli Stati, ma dell’intera Unione Europea. In pratica ad essi sarebbe affidato il compito di andare a pagare la differenza tra le spese e le entrate all’interno dell’eurozona. Riproponendo quindi più in grande lo schema su cui si basa l’emissione di titoli pubblici dei singoli Paesi.
Eurobond: perché la contrarietà di alcuni?
A questo schema, si oppongono però alcuni Paesi, capeggiati dalla Germania. I quali sono contrari proprio al principio che li ispirerebbe, ovvero la mutualizzazione del debito.
Secondo questo gruppo di governi, definiti “frugali”, la loro supposta virtuosità verrebbe penalizzata a vantaggio di chi invece non rispetta giusti criteri di bilancio.
Una sensibilità che, però, non sussiste quando alcuni di questi Paesi, a partire dall’Olanda, drena una parte del prodotto interno lordo di altri, fungendo da paradiso fiscale.
Una discussione ormai di lunga data
Di Eurobond si è iniziato a parlare nel 2011. Ovvero in un momento storico molto particolare, in cui alcune economie europee, a partire da quella italiana, vennero a trovarsi sotto attacco da parte della speculazione internazionale. Una vicenda ben raccontata in una recente serie televisiva, Diavoli, in cui si descrivono i meccanismi cui si ispirano i predoni dell’alta finanza.
Fu proprio in quella occasione che iniziò a farsi largo l’idea che una entità con una sola banca centrale e una moneta unica dovesse dotarsi anche di un solo debito pubblico. Da ottenere tramite l’eliminazione dei tanti titoli nazionali in favore di un bond europeo.
Perché la contrarietà del blocco nordico?
Come abbiamo ricordato, a contrastare gli Eurobond sono soprattutto i Paesi nordici, tra cui Germania, Olanda e Finlandia, oltre all’Austria. Una contrarietà che avrebbe una dignità ben maggiore se si fondasse su argomenti reali, di carattere economico.
Questi Paesi, infatti, additano l’Italia alla stregua di una cicala impegnata a gozzovigliare alle spese delle operose formichine di stanza nella parte settentrionale del continente. Una narrazione totalmente falsa, come del resto fatto notare anche da commentatori insospettabili.
Der Spiegel contro il governo di Berlino
In Germania, ormai da mesi ha iniziato a sgretolarsi il fronte contrario agli Eurobond. Tanti gli ex avversari alla mutualizzazione del debito i quali hanno cambiato idea dopo l’esplosione della pandemia e gli effetti che la stessa ha riversato sull’economia europea.
Tra di essi spicca Der Spiegel, il cui direttore Steffen Klusmann non ha esitato a pubblicare un editoriale durissimo con la Merkel. Definendo gretto e vigliacco il suo no agli Eurobond. Anche in considerazione del fatto che l’Italia, e la Spagna (altro Paese che condivide la narrazione tossica tanto di moda nel Nord Europa) nel corso degli ultimi anni hanno dato luogo a politiche di bilancio rigorose.
Gli Eurobond potrebbero tornare presto di moda
Gli osservatori più maliziosi hanno reagito all’editoriale di Klusmann ricordando che, in fondo, ben presto non solo Italia, Francia e Spagna potrebbero trovarsi in grande difficoltà a causa del perdurare di una situazione sanitaria complicata. Anche la Germania, infatti, sarebbe molto danneggiata dal crollo dei consumi in questi Paesi. Non solo per il venire meno di alcuni dei mercati più grandi dell’eurozona, ma anche a causa dei profondi legami tra queste economie. Tanto da spingere alcuni analisti a vaticinare un ritorno di moda degli Eurobond nel prossimo futuro.