Intesa Sanpaolo e Nexi, dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni dalle autorità competenti, hanno ora perfezionato l’accordo strategico che era stato firmato lo scorso dicembre sui sistemi di pagamento.
Accordo che prevede il passaggio a Nexi del ramo aziendale con cui Intesa Sanpaolo ha portato avanti sin qui l’attività di acquiring indirizzata agli oltre 380mila punti vendita che hanno aderito sin qui alla proposta.
Nell’ambito di quanto pattuito la banca conserverà la forza vendita dedicata all’acquisizione di nuovi clienti nell’ambito di una partnership di lunga durata che affida a Nexi il compito di partner esclusivo di Intesa nell’acquiring.
A Intesa una plusvalenza di 1,1 miliardi
Il trasferimento del ramo aziendale ha avuto luogo mediante il suo conferimento a una controllata di Nexi. Con una parte del corrispettivo ricavato Intesa ha provveduto ad acquisire da Nexi azioni pari a una quota del 9,9%.
Con il via libera all’operazione, Intesa può quindi festeggiare una plusvalenza di circa 1,1 miliardi di euro, la quale andrà ad arricchire il suo conto economico nel secondo trimestre.
L’attesa per la decisione dell’Antitrust
Naturalmente, i vertici di Intesa Sanpaolo continuano a concentrarsi sulla questione dell’Offerta Pubblica di Scambio su Ubi, la quale continua a essere oggetto di discussione. In particolare è l’Antitrust a indagare su quanto sta accadendo, mentre Unicredit denuncia la possibilità che un accordo di fusione simile potrebbe dare vita ad una concentrazione tale da falsare il mercato.
Una concentrazione che, però, a quanto sembra non preoccupa la Banca Centrale Europea, la quale guarda anzi con favore ad aggregazioni di questo genere sul suolo continentale.
Al riguardo va anche sottolineata la dichiarazione di Fabio Faltoni, esponente della Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi), il quale ha ricordato che per ora il sindacato osserva quanto sta accadendo, in modo da fare più avanti le proprie valutazioni su una situazione che desta qualche preoccupazione nelle regioni del Centro-Nord, ove sono dislocate molte filiali che potrebbero passare da Intesa a Bper proprio per evitare il pericolo di concentrazioni.