Il trading online non è quella passeggiata di salute che ci viene prospettata nelle email che arrivano periodicamente nella nostra casella di posta elettronica. Non è un gioco e non si fonda sulla fortuna. Chi lo pensa è destinato a lasciare ben presto sul tavolo il proprio denaro e ad abbandonarlo mestamente.
Si tratta anzi di una attività non solo estremamente rischiosa, ma tale da non poter essere affrontata senza una ferrea disciplina e basi tecniche adeguate.
In particolare, le basi tecniche, che possono essere frutto di un lungo processo di formazione, sono in grado di proteggere il proprio investimento. Stendendo una rete di protezione intorno alle operazioni intraprese, ottimizzando in particolare le perdite ed evitando che esse possano rapidamente prosciugare il capitale da cui attingere.
In questo quadro, un posto del tutto particolare spetta al Money Management. Ovvero alla strategia che ci permette di reggere meglio al meglio la sfida con i mercati finanziari e con la loro proverbiale instabilità. Andiamo quindi a conoscerlo da vicino.
Larry Williams, il padre del Money Management
Il concetto di Money Management si deve a Larry Williams, un vero e proprio guru nel settore. Proprio lui, nel 1999, ha infatti pubblicato “I segreti del trading di breve termine”, considerato una pietra miliare per chi vuole investire in asset finanziari con la ragionevole speranza di guadagnare.
All’interno di questo libro, l’autore indica la strategia di gestione del denaro alla stregua del possesso delle chiavi del forziere in cui sono custoditi i soldi che saranno utilizzati nelle varie posizioni intraprese. In pratica si tratta della base da cui occorre partire per impedire ai mercati di avere rapidamente la meglio sull’investitore.
Money Management: che cos’è?
Il capitale che ognuno di noi decide di impiegare nelle sue operazioni di trading, non è infinito. E va impiegato in condizioni di assoluta incertezza, in cui le decisioni prese di volta in volta potrebbero sfociare in una perdita. In pratica, se vogliamo continuare a fare trading, dobbiamo fare in modo che tale perdita non prosciughi del tutto il nostro capitale. Se si trattasse di poker, potremmo semplificare al massimo il discorso affermando che è assolutamente vietato l’all-in.
Al contrario, nella gestione delle nostre risorse, più o meno limitate, occorre prendere in considerazione l’ipotesi di utilizzarle adottando criteri scientifici. In particolare suddividere i nostri soldi e puntarli alla fine di un ragionamento in grado di tenere insieme tutti gli aspetti della questione e, in particolare, le informazioni di cui siamo in possesso. Ne deriverà una massimizzazione del rendimento in relazione al rischio corso.
Money management: quali sono i punti fondamentali
Per dare vita ad una vera strategia di Money Management occorre partire da una serie di punti fondamentali. Ovvero i seguenti:
- occorre rapportare il capitale all’asset finanziario sul quale viene operato l’investimento;
- ogni singola operazione deve vedere l’impiego di un 2 o 3% massimo della propria disponibilità;
- è obbligatorio utilizzare lo stop-loss, con il preciso intento di andare a limitare le sempre possibili defaillance;
- è necessario riuscire ad individuare con il massimo di precisione il rischio massimo per il proprio portafoglio;
- nel caso in cui si abbiano profitti devono essere chiuse alcune delle posizioni aperte;
- ogni operazione deve essere considerata a sé stante;
- bisogna conoscere nel dettaglio il mercato sul quale si orientano i propri investimenti in modo da scansarne le trappole;
- occorre scartare l’ipotesi di mettere in campo una spesa troppo elevata;
- è necessario optare esclusivamente per la soluzione in grado di rivelarsi più vantaggiosa da un punto di vista economico;
- è fondamentale definire un budget di spesa e definire le attese, le previsioni di perdita o di profitto;
- indicare una media di denaro che l’investitore pensa di vincere oppure di perdere.
La formula di Kelly
A rendere possibile e fruttuoso il Money Management sono in particolare due formule. Cui è affidato il compito di riuscire a trovare la misura della posizione ottimale.
La prima di esse è la formula di Kelly, in origine usata dai giocatori d’azzardo con lo scopo di ricavare il maggior profitto possibile dalle proprie scommesse sul lungo periodo.
La formula è la seguente: F=W-(1-W)/R
In cui F rappresenta la singola operazione, W le probabilità che ogni azione si traduca in un risultato positivo e R il valore medio dato dalle azioni chiuse in positivo o in negativo.
Tradotta in parole semplici possiamo dire che: Risultato Atteso = (Probabilità di successo del sistema di Trading * Media delle vincite) – (Possibilità di insuccesso del sistema di Trading * Media delle perdite)
La formula di Larry Williams.
La seconda formula alla base del Money Management è quella di Larry Williams, considerata una logica evoluzione della prima. In particolare, il suo utilizzo rende possibile il calcolo delle azioni per la posizione da adottare sul mercato, rapportandole con il rischio che possano prendere una direzione diversa da quella prevista.
La formula di Larry Williams è la seguente: F = (Capitale x Rischio%) / massimo drawdown
Se, come in precedenza, F rappresenta la singola operazione, il drawdown sta ad indicare il quantitativo di soldi che si è disposti a perdere. Va specificato che si tratta di un indice molto aleatorio e basato sull’adozione di parametri molto personali. Motivo che spinge a considerarla alla stregua di uno strumento utile, ma non certo infallibile.
Alcune strategie impostate sul Money Management
Tra le tante strategie di Money Management le principali possono essere considerate:
- fixed fractional, fondata sulla riduzione del capitale in caso di guadagno, aumentandolo invece ove si verifichi l’ipotesi opposta. Sempre però utilizzando nel corso di ogni operazione la stessa percentuale del capitale totale disponibile;
- fixed amount, la quale viene realizzata mediante l’allocazione della stessa cifra in ogni operazione intrapresa, purché essa sia di piccola entità;
- martingala, che prevede la sottrazione di una percentuale predeterminata di soldi in una puntata che abbia luogo dopo un’operazione andata a buon fine e aggiungerla nell’eventualità che la precedente sia terminata in passivo;
- antimartingala, che va a sua volta a ribaltare la logica della precedente, aggiungendo una percentuale fissata in partenza di soldi nella puntata successiva ad un investimento positivo e togliendola ove l’esito sia stato negativo.
Money management e Risk Management sono diversi
Spesso si confonde il Money Management con il Risk Management. Si tratta però di cose distinte, anche se connesse. Se il secondo consiste nella gestione delle perdite, il Money Management prende in considerazione tutte le ipotesi, quindi anche gli esiti positivi.
Ma, cosa fondamentale, il Risk Management, insieme al Position Sizing (l’individuazione del capitale che deve essere investito su ogni singola posizione e la ripartizione sui vari asset) rappresenta uno dei due fattori che danno vita in maniera compiuta al Money Management.