La situazione dei mercati finanziari verte in questo momento sulle previsioni relative al Covid-19, un dato che sembra destinato a perdurare nel tempo. Soprattutto alla luce dei numeri provenienti dagli Stati Uniti, ove il numero giornaliero di contagiati si sta ora spostando verso quota 60mila al giorno, tanto da far temere la possibilità di un secondo lockdown, il quale avrebbe ripercussioni poco meno che catastrofiche non solo sull’economia a stelle e strisce, ma anche su quella globale.
In questo quadro, sembra abbastanza comprensibile il desiderio di molti investitori di puntare su asset che promettono di difendere meglio i propri soldi e su titoli i quali possono in effetti rivelarsi più attrezzati di altri per resistere al coronavirus. Andiamo a vedere quali.
Intesa Sanpaolo
Se ancora si cerca la quadratura del cerchio per l’acquisizione di Ubi, Intesa Sanpaolo può comunque guardare con notevole serenità al futuro. La distensione in atto tra la Germania e la BCE sembra potersi riflettere positivamente sui titoli bancari, almeno nel breve termine.
Per quanto riguarda Ubi, invece, c’è da sottolineare lo scontento degli azionisti per una offerta giudicata al di sotto dell’effettivo valore del gruppo. Cui comunque si potrebbe rimediare alzando l’asticella. Il tutto mentre sembrano ormai cadute le resistenze dell’Antitrust ad un accordo che consegnerebbe a Intesa una posizione sempre più solida nel mercato tricolore. Tanto da spingere gli analisti di Jefferies a raccomandarne l’acquisto.
Eni
Altro titolo da tenere d’occhio, nella settimana entrante, è quello di Eni. Il cane a sei zampe, infatti, ha appena visto la conferma della valutazione da parte di Goldman Sachs, che ne ha sancito la permanenza nel gruppo delle top pick (scelte migliori) per il settore energetico.
Va peraltro sottolineato come nel corso degli ultimi due mesi gli analisti abbiano continuato a pubblicare indicazioni estremamente positive sul titolo Eni, con un consenso medio attestato a Buy e un prezzo obiettivo medio di circa 11 euro. Si tratta in effetti di un livello tale da destare notevole interesse, considerato come l’ultima quotazione sia posizionata a quota 8,67.
Snam
La transizione energetica sembra ormai destinata a diventare la parola d’ordine in ambito UE per i prossimi decenni. Nei quali le fonti fossili sono destinate a cedere il passo a quelle rinnovabili, come del resto attesta la dichiarazione fatta da Kadri Simson, commissaria europea all’energia, a Bloomberg News.
In questo quadro ad approfittare del mutamento di paradigma dovrebbe esserci anche Snam, la cui rete potrebbe essere un vettore per l’idrogeno contemplato nei piani di sviluppo continentali.
Di questa situazione ha preso atto Equita, fissando il target price sul titolo Snam a 5 euro per azione, con una crescita del 9%, con un rating buy. Un autorevole avallo per un gruppo che promette di essere tra i maggiori protagonisti della nuova fase.
Recordati
Il settore farmaceutico a Piazza Affari è rappresentato sull’indice principale del Ftse Mib esclusivamente da Diasorin e Recordati. Le due aziende hanno avuto notevole visibilità nel corso degli ultimi mesi, proprio in concomitanza con l’esplosione del coronavirus. Con risultati abbastanza diversi: Diasorin ha visto letteralmente esplodere il suo prezzo, mentre Recordati è cresciuta in maniera molto minore.
Ora, però, sembra che la situazione si stia invertendo: la prima è data come sovrastimata dagli analisti, mentre la seconda potrebbe notevolmente avvantaggiarsi delle notizie che filtrano su Isturisa, farmaco per il trattamento di pazienti con malattia di Cushing sui quali l’intervento chirurgico all’ipofisi non è indicato o non ha dato effetti risolutivi.
Consigli per gli acquisti
C’è ancora notevole prudenza da parte degli investitori, considerato come le incognite legate al Covid-19 non sembrano destinate a dissolversi presto. Un quadro molto problematico, anche se si intravvede qualche spiraglio di ripresa, soprattutto in Cina, mentre negli Stati Uniti si assiste ad un curioso fenomeno: l’economia si avvia verso una lunga recessione, mentre i mercati finanziari crescono.
Una situazione che, però, non sembra destinata a durare molto, soprattutto se una nuova chiusura prolungata dovesse abbattersi sul sistema produttivo a stelle e strisce, ove già oggi sono dati in pericolo tra i 5 e i 25 milioni di posti di lavoro.
Proprio questo è il motivo di fondo che continua a favorire i cosiddetti titoli difensivi, quelli legati a settori che sono in grado di resistere anche in situazioni problematiche come l’attuale. Come appunto le aziende legate all’economia green o i titoli tecnologici. Basti pensare a Zoom, azienda che grazie a lezioni online e riunioni in remoto è cresciuta enormemente durante il lockdown. Se ad aprile del 2019 valeva circa 19 miliardi di dollari, oggi ne vale intorno ai 45, con una crescita vicina al 140%.
Altro nome da tenere d’occhio è poi Shopify. L’azienda canadese che sviluppa e commercializza piattaforme per l’e-commerce si è enormemente giovata della pandemia, poiché i commercianti che hanno chiuso i negozi fisici si sono rivolti ad essa per inaugurare vetrine virtuali. Con la sua capitalizzazione che da 46 miliardi di dollari è passata a più di 85.
Nel settore tecnologico conviene al momento evitare Facebook. La piattaforma ha infatti risentito con grande forza della decisione di molti grandi brand globali, a partire da Unilever e Coca Cola, di dismettere gli investimenti pubblicitari su una piattaforma che è visto come il ricettacolo di messaggi razzisti e violenti.