Cosa potrebbe accadere nel corso della prossima settimana di borsa? Praticamente esaurito o quasi l’effetto Draghi, che ha ottenuto la fiducia in entrambi i rami del Parlamento, l’attenzione sembra ora destinata a focalizzarsi sulla preventivata possibilità di nuove chiusure per poter fronteggiare una situazione sanitaria che torna a preoccupare, soprattutto a causa delle tanti varianti del Covid che continuano a spuntare.
Naturalmente la speranza è che le vaccinazioni di massa siano in grado di dare presto risposte più confortanti, ma gli investitori dovranno comunque tenere nel debito conto la possibilità che il nuovo governo possa prendere misure tese a fronteggiare al meglio la situazione ed evitare che possa sfuggire di mano. In questo quadro non proprio esaltante, proviamo ad individuare alcuni titoli su cui puntare nella settimana entrante.
Leonardo
La prima segnalazione spetta stavolta a Leonardo, che ha confermato nel corso della settimana uscente quanto da noi previsto, sull’onda del consolidamento della sua presenza nel settore aeroportuale italiano, per effetto della firma di contratti con SEA e SACBO, ovvero le società di gestione degli aeroporti internazionali di Milano Malpensa e di Milano Bergamo. Una conferma derivante dalle notizie relative alla IPO su Drs, la controllata statunitense specializzata nella tecnologia per la difesa. Secondo le notizie filtrate, rispetto alla originaria deadline di giugno, lo sbarco di Drs a Wall Street potrebbe avere luogo già nel mese di marzo, con un collocamento riguardante una quota del 40% del capitale mediante un’offerta pubblica di vendita e sottoscrizione (Opvs), con il 60% del flottante proveniente dalla cessione di azioni e il resto da aumento di capitale. La valutazione di Drs si attesterebbe sui 3,5 miliardi di dollari, spingendo gli analisti di Equita a fornire un parere molto positivo sull’operazione.
Moncler
Segnalazione anche per Moncler, giustificata dai conti relativi al 2020, giudicati sopra le attese da Equita. L’anno è stato archiviato con ricavi consolidati a 1.440,4 milioni di euro (-11% a tassi di cambio costanti), mentre nel corso del quarto trimestre il fatturato è salito a 675,3 milioni (+8% a tassi di cambio costanti). Se l’utile netto 2020 è calato a 300,4 milioni dai 358,7 milioni del 2019, va però ricordato che le attese erano per 2017 milioni. Tanto da spingere il CEO, Remo Ruffini, ad affermare di ritenere eccezionale il dato conseguito, proprio in considerazione di quanto accaduto nel corso dell’anno, dopo la comparsa del Covid. Tali da spingere la sim milanese a confermare la raccomandazione “Hold” aumentando al contempo il target price a 50 euro, ovvero in crescita del 15%.
Enel
Infine un altro titolo che è ormai ospite fisso in questa rubrica, quello di Enel. Stavolta l’azienda energetica dovrebbe giovarsi del giudizio di S&P Global Ratings, secondo cui si tratta di una delle utility più resilienti in assoluto a livello globale. Ricordando inoltre come l’azienda veda circa il 50% dei suoi guadagni derivare da attività di distribuzione elettrica regolata presentando al contempo un crescente contributo dalla generazione di energie rinnovabili contrattate a lungo termine. Gli analisti di S&P prevedono che la maggior parte del mix di generazione di Enel si allontani da quella convenzionale entro il 2030, facilitato in tal senso dall’accelerazione degli investimenti dedicati. Se alla fine dell’anno passato le energie rinnovabili rappresentavano circa il 55% della capacità installata, entro il 2030 dovrebbero salire oltre l’80%. Facilitate dall’accelerare dell’eliminazione graduale della produzione di carbone (8,9 GW di capacità installata nel 2020) attualmente prevista per il 2027.
Consigli per gli acquisti
Come è facile capire, si naviga ancora a vista, sulle principali piazze finanziarie globali. Tanto da complicare non poco il compito degli investitori.
Soprattutto se, come nel corso della settimana passata, vengono a mancare sicurezze come quella sinora rappresentata da Tesla. Un titolo dal quale almeno al momento sembra consigliabile tenersi lontani, anche in relazione alle indiscrezioni che vorrebbero Elon Musk sotto osservazione dalla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, a causa delle sue ripetute esternazioni che gli hanno procurato da più parti l’accusa di turbativa sui mercati.
O come Apple, sulla quale rischia di pesare in maniera decisiva la riduzione della partecipazione detenuta da Berkshire Hathaway, la holding di Warren Buffet, nel colosso della telefonia. Che sembra del resto già essersi fatta sentire nei giorni passati, quando l’azienda ha dato vita ad un notevole ripiegamento.
Per quanto riguarda gli acquisti, sembra invece arrivato il momento di puntare con maggiore decisione su alcuni titoli bancari italiani. In particolare quelli di Unicredit, Intesa e Bper, tutto promossi da Goldman Sachs dopo la pubblicazione dei conti relativi all’anno appena finito. Anche in considerazione dell’effervescenza del settore, sul quale continuano ad aleggiare le voci di un possibile risiko teso a ridisegnare il settore, in risposta all’espansione attuata di recente da Intesa.