Ufficializzato il prestito con garanzia statale a Fca

Ufficializzato il prestito con garanzia statale a Fca

Fca

Fca ha ufficializzato il prestito con garanzia statale da 6,3 miliardi sottoscritto con Intesa Sanpaolo. Una notizia destinata a rinfocolare le polemiche, considerato come proprio di recente il Parlamento avesse di recente approvato un emendamento di Liberi e Uguali teso ad impedire finanziamenti di questo genere ad imprese che abbiano la propria sede legale nei paradisi fiscali. Un provvedimento bandiera che non ha però alcuna ricaduta sul prestito a Fca, che pure ha scatenato grandi polemiche nel nostro Paese.

Il comunicato di Fca

Fca ha annunciato la sottoscrizione di una linea di credito da 6,3 miliardi di euro, a tre anni, con Intesa Sanpaolo, che dovrebbe essere destinata esclusivamente alle attività nazionali del Gruppo e al sostegno delle oltre 10mila piccole e medie imprese che costituiscono il settore automotive in Italia. Una linea destinata a beneficiare della garanzia per l’80% di SACE, l’agenzia italiana per il credito all’export, nell’ambito del Decreto Liquidità emanato dal Governo. Il tutto sotto la supervisione del Ministero dell’Economia e Finanze (MEF) e del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE).

Il ricorso del Codacons

Ora resta ancora in piedi il discorso relativo al ricorso portato avanti dal Codacons presso il Tar del Lazio. Un ricorso che l’associazione dei consumatori ha elevato presso la giustizia amministrativa in quanto concedendo il prestito a Fca sarebbe arrecato un danno alle casse pubbliche, sottraendo alle stesse una notevole quantità di risorse le quali potrebbero invece essere utilizzate per scopi effettivamente utili alla collettività.
In particolare sostenendo una miriade di piccole imprese che sono state colpite in maniera durissima dal lockdown e non sono mai riuscite ad accedere agli aiuti statali concessi così generosamente alle grandi imprese. Vedendo compromessa quella serenità che invece, secondo Equita, viene garantita a Fca, ad ennesima dimostrazione dell’esistenza di un doppio binario: uno per le grandi imprese, cui tutto sembra dovuto, e uno molto più accidentato per quelle piccole, più vessate che aiutate dalle istituzioni.

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